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Questo libro, grazie a dei testi diaristici dei nonni dell'autore, ricostruisce le vicende di una famiglia contadina di uno dei tanti territori toscani, e di un padrone, un nobile proprietario terriero: uno scenario della civiltà contadina, svelando progressivamente i sintomi di una profonda mutazione. Cambiano le giornate di lavoro dei contadini, cambia il calendario e il rapporto con i proprietari, cambiano i contratti di lavoro. Cambia la società, todo cambia! Il "Signor Padrone" da sempre ha fatto il bello e il cattivo tempo delle persone e dei territori, delle collettività ancorate, nonostante tutto, in modo assai servile alla terra. I marchesi Filippelli di San Donato possiedono una fattoria in Toscana, con decine di poderi a conduzione mezzadrile. Tutto è gestito dal marchese Ranieri, chiamato comunemente "Il Piglia" perché era la cosa che gli riusciva meglio: prendere e nascondere in modo che nessuno riuscisse a sapere quanta ricchezza aveva e dove la tenesse. Molti ricordano che questo stile lo usava anche con le sue contadine più giovani... Al tempo della seconda guerra mondiale, con il passaggio del fronte e la fine della guerra poi, il mondo mezzadrile è in agitazione in forza dello slogan diffuso "la terra ai contadini". Il marchese "Il Piglia", mentre prende atto di essere diventato padre, come gli ricorda un amore del passato, la sua "Morettina", decide di dare una svolta al suo stile di vita e al suo modo di gestire le sue terre. La vita continua...